Abbiamo letto il secondo capitolo della "Saga Zeta" di Gualtiero Ferrari (scrittore piemontese attualmente al lavoro sul terzo ed ultimo volume), se siete curiosi di sapere cosa ne pensiamo di "Zetafobia 2: la città morta" non avete che da seguirci!
Premessa: è doveroso segnalare ai lettori di ZKB come chi scrive non solo sia Piemontese (quindi si appresti a recensire un libro che ambienta lo Zombie Outbreak in luoghi a lui noti, cosa che potrebbe portare ad un po' di partigianeria), ma conosca anche personalmente lo scrittore (assiduo frequentatore del canale ZKB) e seppur non si possa parlare di profonda amicizia (ci siamo incontrati solo 2 volte) è giusto segnalare quello che in altri campi potrebbe essere visto come un possibile "conflitto di interessi" (anche perchè in questo volume l'autore ci ha inseriti nei ringraziamenti, come potete vedere cliccando qui). Procediamo comunque con la nostra recensione cercando di essere, come da tradizione, il più obiettivi possibile!
Zetafobia 2, è ambientato 6 anni dopo la pandemia Zombie narrata nel primo volume della serie. Ritroviamo la nostra famiglia di sopravvissuti: Domenico e Lucrezia con il loro figlio Sebastiano, ormai adolescente (con tutto quello che comporta tale fase evolutiva), assieme al "folletto mentale" Patrick, che però questa volta avrà una parte molto marginale nella storia.
La nostra famiglia ha raggiunto un equilibrio all'interno del rifugio agreste raggiunto alla fine del precedente libro e pare cavarsela alla grande... ma sappiamo che le cose cambiano in fretta e un evento inaspettato li porterà ad avventurarsi nella città di Torino per inseguire una tenue speranza.
Seguendoli in città avremo modo di scoprire quanti Zombie sono rimasti dopo la migrazione di massa seguita al bombardamento (che ha comunque lasciato illesi interi quartieri), ma soprattutto se siano rimasti dei sopravvissuti nel centro urbano e come riescano ad affrontare l'Apocalisse.
Una cosa bisogna dirla subito: questo libro, caso raro, è ancora meglio del precedente... c'è più azione, ci sono più Zombie, incontreremo misteri che avranno una risposta nel prossimo volume (Gualtiero non deluderci) e vivremo drammi che fino all'ultimo ci sembravano lontani. Il volume approfondisce molto la psicologia dei protagonisti, soprattutto i problemi legati ad un adolescente in preda agli ormoni ed alla voglia d'avventura. E ripropone il concetto su quanto possano essere pericolosi i vivi (protagonisti compresi) in un mondo dove i morti camminano cibandosi di carne umana.
Le sorprese si susseguiranno durante la lettura e scopriremo nuovi tasselli che aiutano ad avere una visione globale di come si stia evolvento la guerra agli Zombie. Molto interessante l'analisi scientifica ipotizzata alle pagine 196-197 (dove si cita, v. qui, il motto "Gli Zombie non uccidono, reclutano").
In un solo caso chi scrive si è trovato a pensare, nonostante tutte le premesse che hanno portato alla scelta di affidare un simile incarico al protagonista, "questo ha senso e non sarebbe possibile"... ma non vi spoileriamo nulla, lo scoprirete quando lo leggerete (e magari per voi la cosa sarà normalissima).
Chiudiamo per parlare del cliffhanger: un bel pugno nello stomaco che ci spinge a chiedere all'autore di velocizzare il lavoro su Zetafobia 3!
Piccolo appunto all'editore: un carattere un po' più grande (o magari meno sottile) aiuterebbe la vista di chi ha superato da un po' gli "anta".
Conclusione: un libro consigliatissimo a chi ha apprezzato il primo volume, oltre che a tutti i torinesi che vogliano farsi un giro nella loro città infestata dai non-morti. Gli unici che non dovrebbero leggerlo sono coloro che non vogliono aspettare il capitolo conclusivo della saga per scoprire come continuerà/terminerà la storia.
Premessa: è doveroso segnalare ai lettori di ZKB come chi scrive non solo sia Piemontese (quindi si appresti a recensire un libro che ambienta lo Zombie Outbreak in luoghi a lui noti, cosa che potrebbe portare ad un po' di partigianeria), ma conosca anche personalmente lo scrittore (assiduo frequentatore del canale ZKB) e seppur non si possa parlare di profonda amicizia (ci siamo incontrati solo 2 volte) è giusto segnalare quello che in altri campi potrebbe essere visto come un possibile "conflitto di interessi" (anche perchè in questo volume l'autore ci ha inseriti nei ringraziamenti, come potete vedere cliccando qui). Procediamo comunque con la nostra recensione cercando di essere, come da tradizione, il più obiettivi possibile!
Zetafobia 2, è ambientato 6 anni dopo la pandemia Zombie narrata nel primo volume della serie. Ritroviamo la nostra famiglia di sopravvissuti: Domenico e Lucrezia con il loro figlio Sebastiano, ormai adolescente (con tutto quello che comporta tale fase evolutiva), assieme al "folletto mentale" Patrick, che però questa volta avrà una parte molto marginale nella storia.
La nostra famiglia ha raggiunto un equilibrio all'interno del rifugio agreste raggiunto alla fine del precedente libro e pare cavarsela alla grande... ma sappiamo che le cose cambiano in fretta e un evento inaspettato li porterà ad avventurarsi nella città di Torino per inseguire una tenue speranza.
Seguendoli in città avremo modo di scoprire quanti Zombie sono rimasti dopo la migrazione di massa seguita al bombardamento (che ha comunque lasciato illesi interi quartieri), ma soprattutto se siano rimasti dei sopravvissuti nel centro urbano e come riescano ad affrontare l'Apocalisse.
Una cosa bisogna dirla subito: questo libro, caso raro, è ancora meglio del precedente... c'è più azione, ci sono più Zombie, incontreremo misteri che avranno una risposta nel prossimo volume (Gualtiero non deluderci) e vivremo drammi che fino all'ultimo ci sembravano lontani. Il volume approfondisce molto la psicologia dei protagonisti, soprattutto i problemi legati ad un adolescente in preda agli ormoni ed alla voglia d'avventura. E ripropone il concetto su quanto possano essere pericolosi i vivi (protagonisti compresi) in un mondo dove i morti camminano cibandosi di carne umana.
Le sorprese si susseguiranno durante la lettura e scopriremo nuovi tasselli che aiutano ad avere una visione globale di come si stia evolvento la guerra agli Zombie. Molto interessante l'analisi scientifica ipotizzata alle pagine 196-197 (dove si cita, v. qui, il motto "Gli Zombie non uccidono, reclutano").
In un solo caso chi scrive si è trovato a pensare, nonostante tutte le premesse che hanno portato alla scelta di affidare un simile incarico al protagonista, "questo ha senso e non sarebbe possibile"... ma non vi spoileriamo nulla, lo scoprirete quando lo leggerete (e magari per voi la cosa sarà normalissima).
Chiudiamo per parlare del cliffhanger: un bel pugno nello stomaco che ci spinge a chiedere all'autore di velocizzare il lavoro su Zetafobia 3!
Piccolo appunto all'editore: un carattere un po' più grande (o magari meno sottile) aiuterebbe la vista di chi ha superato da un po' gli "anta".
Conclusione: un libro consigliatissimo a chi ha apprezzato il primo volume, oltre che a tutti i torinesi che vogliano farsi un giro nella loro città infestata dai non-morti. Gli unici che non dovrebbero leggerlo sono coloro che non vogliono aspettare il capitolo conclusivo della saga per scoprire come continuerà/terminerà la storia.
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